Dal patriarcato a una società libera: spunti di discussione
A cura di Rete Jin, Jineoloji Italia, ADM Jin, Giovani Internazionaliste
Riportiamo qui l’introduzione di un nuovo opuscolo prodotto dalle realtà qui nominate, con l’auspicio che possa aprire delle discussioni che riguardano anche i nostri spazi e i nostri percorsi di lotta.
È possibile scaricare l’opuscolo in questa pagina o nella sezione materiali.
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Questa brochure nasce con l’intento di aprire un discorso e un confronto sulle condizioni esistenti che viviamo come donne, giovani donne, ragazze e soggetti oppressi in Italia, in relazione al crescente sessismo sociale in questo momento storico.
Stiamo affrontando una fase storica di profonda crisi politica, economica e del pensiero. Il contesto globale si presenta come uno scontro tra poteri egemonici su diversi territori e
attraverso diverse forme. La guerra ha assunto una dimensione globale, possiamo parlare di Terza Guerra Mondiale per gli attori globali che la partecipano e la portano avanti intervenendo nel Medio Oriente, che e l’epicentro del conflitto. Il genocidio del popolo palestinese, la distruzione della striscia di Gaza e le continue mire espansionistiche di Israele, la salita al governo in Siria del tagliagole Al-Jowlani, rinominatosi Ahmed al-Sharaa, membro della banda di
fondamentalisti islamici salafiti Hari Tarih al-Sham (precedentemente al-Nusra, braccio di al-Qaida in Siria e Libano), i continui attacchi turchi contro il popolo curdo e l’Amministrazione Autonoma della Siria del Nord e dell’Est, le mire espansionistiche turche e la guerra dei 12 giorni in Iran, rappresentano lo scontro tra poteri egemonici che si stanno contendendo il dominio del Medio Oriente e, su più larga scala, l’egemonia globale. In questo contesto si inseriscono tutti i
conflitti in corso, dall’Ucraina al Sudan, dal Congo alla situazione in Libia, in Iraq e in Afghanistan. Ciò che è chiaro e che nessuno di questi poteri lotta o difende realmente i popoli, il potere fa gli interessi del potere. Tutti agiscono innanzitutto contro i popoli e la società, succhiandone la forza vitale, reprimendo, sfruttando, distruggendo, dividendo e massacrando, laddove incontrano ostacoli e resistenze ai propri interessi.
Il contesto globale e in connessione e ha ricadute a livello locale-nazionale nel nostro territorio e sulle nostre vite. Il fascismo e il razzismo crescenti altro non sono che espressione di queste politiche che mirano a dividere i gruppi sociali, aizzandoli gli uni contro gli altri, diffondendo
sentimenti di odio verso le classi più basse e verso altre etnie e culture. Il potere in fase di guerra esterna intensifica anche la guerra interna contro la stessa società su cui si appoggia e che sfrutta, e ha bisogno del fascismo e del nazionalismo per compattare la società, omogeneizzarla e comandarla, inasprendo ulteriormente le gerarchie gia presenti.
Il sessismo sociale e la guerra alle donne sono una parte centrale di queste politiche. Il patriarcato e il fondamento del potere dominante su cui si sviluppano tutte le altre forme di oppressione. Ed e così che in questo momento storico assistiamo a una forte intensificazione delle politiche che mirano a governare la vita, la volontà e i corpi delle donne. Da un lato assistiamo al diffondersi di modelli classici di donna, spinta a tornare tra le mura domestiche e a rivestire il ruolo di madre e moglie secondo modelli classici patriarcali, ben espresso dalle politiche contro l’aborto e per la natalità. Viene così rinforzata l’immagine di una donna remissiva, silenziosa, fragile, in cerca di protezione e inattiva nella sfera sociale e politica; al contempo vengono proposti modelli di donna “forte”, di potere, in carriera che rappresenta e difende gli
stessi poteri dominanti patriarcali. Un modello di donna che viene riassunta nelle figure di Giorgia Meloni o Ursula von der Leyen. Un modello di donna che mira a esaltare la cosiddetta “femminilità”, identificandola sulla sola base biologica, spogliandola della dimensione sociale, culturale e psicologica, imponendo all’essere donna le categorie del potere dominante.
Insieme a questi modelli assistiamo anche alla diffusione, attraverso l’industria culturale mainstream, dell’immagine della donna-merce, accostata a prodotti per essere venduti o
essa stessa merce in vendita. Questi e altri modelli ed esempi non esauriscono ne rappresentano la complessita dell’essere donne, delle nostre diversità, della nostra identità, delle nostre lotte e della nostra resistenza al patriarcato. Per quanto si possano presentare come contraddittorie tra loro, queste politiche sono in realta radicate nella stessa mentalità e struttura di potere, e mirano a limitare la nostra espressione, la nostra volontà e autodeterminazione, le nostre diversità che sono ricchezza, incasellando le nostre vite in strette categorie e togliendoci
agentività1 e unione.
Nel corso dell’ultimo anno, sul nostro territorio, abbiamo drammaticamente assistito a tantissimi femminicidi, transicidi, stupri e violenze che arrivano a colpire donne e persone sempre più giovani, appartenenti a classi sociali, regioni, etnie e culture differenti. Il patriarcato e una piaga
trasversale nella societa e capillare a essa. Razzismo, marginalità, esclusione, precarietà e poverta si intrecciano con il sessismo sociale e colpiscono con tutta la loro violenza.
Possiamo parlare oltreche di una guerra esterna e di una interna contro la societa tutta, di una guerra silenziosa ma sistemica contro le donne.
Eppure non abbiamo smesso di lottare e di resistere, di sognare e fare dei nostri sogni bussole e stelle nella notte. Continuiamo a creare nuove alleanze, ci mischiamo, costruiamo ponti tra lotte, identita e popoli. Nel corso di questo stesso anno viviamo un crescente spirito di ricerca di
libertà, di rivalsa, di lotta internazionale e solidale al fianco del popolo palestinese, del popolo curdo e di tutti i popoli che lottano per la libertà. E ci domandiamo come partire da qui,
dalle nostre vite. Come fermare la guerra. Come trasformare l’esistente. Come lottare insieme, tutte, ognuna con il proprio modo e la propria storia. Come costruire e creare una vita di
significato, radicata nella realta, vissuta nel pieno della sua potenza e della sua bellezza. Com’e una vita bella? Che cos’e una vita libera? Come riscoprire il significato della vita e vivere una vita di significato, libera, insieme? Come potremo camminare senza lasciare nessuna indietro, ma senza fermarci? Come diamo giusta memoria a tutte coloro, vicine e lontane, che non sono piu fisicamente al nostro fianco? Chi uccisa da chi diceva di amarla o proteggerla, chi di fame, chi di
botte, chi di frontiera, chi di bombe, chi di silenzio, chi di carcere, chi in mare, chi di indifferenza e chi dal nemico che non sopporta che le donne si organizzino per resistere all’oppressione patriarcale. Di fronte a questo dolore qual è la nostra vendetta?
Come fare a non cadere nelle stesse pratiche e nella stessa mentalità del patriarcato?
Come ci difenderemo e libereremo da esse, sapendo immaginare, costruire e vivere un futuro degno e desiderabile?
Come fermiamo la guerra fermando quella che colpisce noi in primis e la società tutta?
Come trasformiamo la mentalità dominante patriarcale?
Come costruire la pace, che non sia la pace dei potenti, pacificata, a scapito dei popoli, ma la nostra pace. La pace che si fonda sull’autodeterminazione, la coesistenza, la cooperazione, la solidarietà e la libertà. Da dove partire? Come farlo? Come vivere?
Cio che vogliamo, con questo opuscolo, non è descrivere un protocollo esaustivo per la liberazione delle donne, dei soggetti oppressi e della società tutta, ma piuttosto dare il nostro contributo a un discorso che auspichiamo continuerà ad ampliarsi, articolarsi e dare il via a pratiche vitali e concrete per liberarci insieme. Vogliamo qui mettere un pezzetto, aggiungerlo ad altri miliardi di contributi e farlo dialogare con loro. In questo senso, possiamo dire che questo lavoro non è iniziato con noi e non finisce, nè sarà finito qui o altrove. Ogni tempo ha le sue esigenze e bisogni e dunque necessita di nuovi discorsi, nuove discussioni e nuovi confronti, che si mettano in relazione con l’eredità passata, comprendano la realtà presente, immaginino con creativita un futuro desiderabile per tutte e siano da supporto nella sua creazione pratica.
Nel particolare in questa brochure vogliamo focalizzarci sul sessismo sociale, la cultura dello stupro e come influenzano le relazioni, discutendo di possibili prospettive di trasformazione, liberazione e democratizzazione. Non è un’analisi esaustiva, speriamo per questo che altre persone e gruppi di donne, persone LGBTQ* e uomini possano coglierla come uno stimolo alla riflessione, alla scrittura e all’ampliamento del discorso sulla libertà, sulla trasformazione sociale, sulla trasformazione della mentalita patriarcale e le loro esigenze. Creeremo e speriamo si creeranno momenti di discussione e confronto specifici a riguardo.


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